Onorevoli Colleghi! - La presentazione di questa proposta di legge nasce dalla necessità di fare chiarezza in un campo, quello delle intercettazioni, che rischia di annullare il diritto alla privacy di ogni cittadino. Non si tratta ovviamente di mettere in discussione gli importanti risultati ottenuti, anche attraverso le intercettazioni, nella lotta alla criminalità e al terrorismo, ma di accertare l'uso che se ne è fatto e l'utilità e i costi per la comunità. Il rischio che, per via dei controlli incrociati, ogni cittadino possa essere intercettato, con palese violazione della sua libertà, senza che sia un criminale, pone degli enormi interrogativi in un Paese democratico. Il fatto che, a seguito della pubblicazione di intercettazioni, molti cittadini siano stati dati in pasto all'opinione pubblica, ancor prima che si definissero le loro eventuali responsabilità penali, è inammissibile e, al di là dei giudizi di merito che si possono dare su una classe dirigente che certo non brilla per dirittura morale, rimane il nodo di fondo: è fondamentale accertare l'uso e la reale necessità delle intercettazioni stesse.
      La libertà dell'individuo è l'asse centrale di ogni società liberale e, pur essendo importante assicurare la sicurezza dello Stato, la limitazione della stessa, senza che vi sia un controllo, rischia di far vacillare lo stesso concetto di democrazia e di mettere in discussione i diritti costituzionali dei singoli cittadini.
      Ogni cittadino può stabilire il proprio stile di vita in piena autonomia, con l'unico obbligo di non infrangere le leggi dello Stato e di non ledere l'altrui libertà.

 

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      Su questi temi, vi è e continuerà ad esservi un amplissimo dibattito in tutto il mondo, visti gli enormi passi avanti compiuti dalla tecnologia in questo campo; ciò non toglie che i princìpi fondanti di una democrazia debbano avere da parte della politica la giusta attenzione e il giusto controllo, affinché non siano travalicati i limiti stabiliti dallo stesso diritto giuridico alla privacy.
      Non si contano più gli interventi del Garante per la protezione dei dati personali, che, pur possedendo mezzi limitati, ha richiamato sia gli editori sia le stesse autorità giudiziarie a non violare la riservatezza, la dignità e l'identità personale, nonché il diritto alla protezione dei dati personali. Così come lo stesso Garante è intervenuto nei confronti dei gestori telefonici interessati all'esecuzione di intercettazioni autorizzate dall'autorità giudiziaria, affinché fossero forniti informazioni e documenti utili ad una piena valutazione delle modalità con le quali vengono svolte, a qualunque titolo, attività connesse con le intercettazioni di comunicazioni sia telefoniche, sia informatiche o telematiche, sia ambientali. Non può, in questa situazione, non apparire anomalo che la Tim, arrivata alla soglia delle 5.000 linee intercettate, abbia richiesto, al Governo precedente, nuovi fondi per ampliarle a 7.000 e che l'Associazione degli operatori di telefonia fissa e mobile (l'ASSTEL) abbia richiesto direttamente allo Stato di farsi carico dei costi degli interventi strutturali necessari per garantire l'ascolto delle conversazioni private.
      Tutto ciò ci fa comprendere quanto si è dilatato e ampliato il fenomeno delle intercettazioni e, nello stesso tempo, deve richiamare l'attenzione del Parlamento e delle forze politiche, che devono poter comprendere fino in fondo, attraverso l'istituzione della Commissione di inchiesta prevista dalla presente proposta di legge, i mille aspetti che appaiono oscuri e che devono essere chiariti, soprattutto, a vantaggio dei diritti costituzionali dei singoli cittadini.
      Non possiamo continuare a chiudere gli occhi, come eletti di questo Parlamento, su un fenomeno che ha assunto dimensioni preoccupanti, né limitarci a dichiarazioni di principio nel momento in cui vi è qualche caso clamoroso dato in pasto ai giornali; dobbiamo dare tutti, a qualsiasi schieramento politico si appartenga, un segnale politico forte. Per questo ci auguriamo che la proposta di legge riceva la giusta attenzione, proprio perché essa non vuole favorire una parte politica a discapito dell'altra, ma vuole riaffermare princìpi universali validi per tutti i cittadini.
 

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